EXUMA, IL MIO PARADISO TERRESTRE

…perchè non c’è niente di più bello del modo in cui tutte le volte il mare cerca di baciare la spiaggia, non importa quante volte viene mandato via… (Sarah Kay)

Non ci sono parole per descrivere gli “Exumas Cays”, qui la natura è stata davvero generosa! Compaiono qua e là, come se fossero stati posizionati in fila, lungo l’arcipelago delle Bahamas.

Gli isolotti sono collegati tra loro dalle sfumature dell’Oceano, che prendono tonalità differenti di azzurro; formano delle linee irregolari attorno ai “cayos” bianchissimi. Sono lingue di sabbia, che si stagliano verso l’orizzonte. Un panorama mozzafiato.

Lo spettacolo è ben visibile dai finestrini dell’aereo, che invita chiunque a “spiaccicare” il naso contro il vetro, per ammirare il più possibile il capolavoro della natura. Quello che più mi affascina è la vastità del luogo, un’immensità sotto i miei piedi. Lì non c’è più confine, né limite, solo l’acqua che si fonde con il cielo.

Di fronte a tutto ciò io mi sentivo talmente piccola, impotente e non potevo fare altro che osservare, contemplare e ammirare, con il nodo alla gola, gli occhi lucidi e pensare che il nostro mondo è pazzesco, è bellissimo! Ho pensato a quanto io sia fortunata poter assistere a tutto questo e ogni volta che viaggio mi innamoro sempre un pochino di più del nostro pianeta!

A Exuma non c’è niente, “solo” i classici paradisi terrestri, quindi il solo motivo per scegliere un viaggio su queste isole è l’amore per il mare.

Abbiamo trascorso dieci giorni a Great Exuma e abbiamo constatato che qui prevale molto di più il contatto con gli animali che con le persone. Aimè, io che credo nell’umanità all’ennesima potenza, io che viaggio non solo per passione, ma anche per incontrare la diversità, qui non ho avuto modo di conoscere il contesto socio – culturale. Exuma, come le Seychelles, sono considerate mete di lusso, espropriate, credo, negli anni delle sue connotazioni primitive, per creare un ambiente abbastanza “in”, conforme ad una clientela altolocata. Qui navigano Yacht e molti Cayo sono di proprietà privata. E’ la mentalità che cambia, non è più semplice, genuina, ma riporta tutto al denaro e alla “bella vita”. A livello ambientale il territorio è incontaminato, ma a livello culturale questo viaggio mi ha lasciato ben poco. Non so quanti nativi vivano ancora a Great Exuma, ma certamente la cultura è quella statunitense. Chissà, forse è sempre stato così, forse è così perché è una colonia inglese, forse Exuma non ha mai avuto una cultura differente, non lo so, ma ne vale comunque la pena per la bellezza estrema dei suoi paesaggi!

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