SAFARI SELF-DRIVE AL KRUGER NATIONAL PARK

Effettivamente mancava un safari africano nel nostro curriculum da viaggiatori.

Abbiamo impiegato molto tempo per scegliere quale parco visitare, in quale stato e a quale “mare” abbinarlo (perché un po’ di relax in spiaggia non può mai mancare).

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Abbiamo scelto il Kruger National Park per la possibilità di guidare in autonomia tra i due milioni di ettari di terra dove predomina la savana.

Le escursioni locali sono sicuramente un valore aggiunto, ma avere il privilegio di assaporare la totale libertà e di procedere secondo i propri tempi, rispecchia maggiormente il nostro modo di viaggiare.

All’interno del parco si snodano numerose strade asfaltate e ben tenute, percorribili in macchina, dove poter girare liberamente ed effettuare avvistamenti davvero emozionanti.

Non occorre per forza noleggiare un’auto 4×4 o una jeep; abbiamo esplorato il Kruger a bordo di una semplicissima utilitaria. Se è vero che una macchina più alta facilita gli avvistamenti, è altrettanto vero che un veicolo più basso permette di osservare gli animali alla loro altezza, vederli da vicino e capirne meglio le loro mastodontiche dimensioni.

Ci sono due modi per visitare il Kruger National Park: alloggiare nelle aree limitrofe ed accedere ogni giorno dai vari gate, oppure risiedere all’interno del parco. Noi abbiamo optato per la seconda opzione e crediamo sia la più funzionale, poiché permette di ottimizzare i tempi e di “vivere la savana più da vicino”.

Al Kruger sorgono diversi “camp” e ognuno offre varie tipologie di alloggio.

Abbiamo affittato un bungalow a Skukuza. La posizione è strategica, il campo è grande e ben servito.

E’ stato come vivere in un piccolo villaggio, con sentieri pedonali che si snodano tra le varie abitazioni, due ristoranti a ridosso del fiume, alcune aree comuni e qualche negozietto di alimentari e souvenirs.

Quando cala la notte il buio diventa fittissimo e apre il sipario ad un cielo stellato infinito: accendevamo il fuoco sul barbecue e cuocevamo lì la nostra cena. Era un’atmosfera arcaica e allo stesso tempo suggestiva all’ennesima potenza. Il silenzio è assordante e viene rotto ogni tanto dal ruggito dei leoni o dal grido animalesco di qualche specie.

Il Kruger non è fatto solo di safari e di avvistamenti; va assaporato in ogni suo aspetto e va vissuto a 360 gradi.

Occorre prenotare gli alloggi con largo anticipo cliccando sul sito ufficiale SanParks.org

Il parco è raggiungibile in macchina.

Abbiamo noleggiato l’auto direttamente all’aeroporto internazionale di Johannesburg e da lì abbiamo percorso circa 430 km (circa 5 ore) per raggiungere il Kruger Park. Le strade sono in ottimo stato e per la maggior parte del tempo si viaggia su stradoni enormi, simili alle nostre autostrade.

In Sudafrica la guida è a sinistra.

In alternativa è possibile prendere un volo interno e arrivare all’aeroporto di Nelspruit o ancor meglio direttamente all’aeroporto di Skukuza. Abbiamo utilizzato questa seconda opzione per il ritorno, facendo la tratta Skukuza – Johannesburg.

Una volta arrivati nei pressi del Kruger Park si accede attraverso i vari “gate” dislocati lungo il perimetro: sono le porte di ingresso dove effettuare un pre chek-in e dove pagare la tassa giornaliera.

Avendo come base Skukuza siamo entrati dal “Paul Kruger Gate”.

Qualsiasi informazione relativa i gate, i costi, i tempi di percorrenza ecc.. è reperibile cliccando sul link del sito ufficiale.

Il Kruger National Park non è né un recinto per animali, né un contesto ricreato dall’uomo; è semplicemente la natura così com’è, un ecosistema pazzesco, dove il turismo convive con una forte idea di tutela e di salvaguardia.

Fortunatamente il parco ha regole molto rigide; alcune fra tante il limite massimo di velocità mai superiore ai 50km/h (talvolta 30km/h) e il divieto di guidare di notte. Infatti dalle ore 18,00 vengono chiusi tutti i cancelli (sia dei “camp” sia dei “gate”) e vengono riaperti al mattino, dopo il sorgere del sole. Per questo motivo se si arriva in macchina, occorre valutare molto bene le tempistiche del viaggio.

Il Kruger Park è un posto indescrivibile, pullula di animali e gli avvistamenti sono davvero all’ordine del giorno; qui la natura è un’equilibrio perfetto e ciò che fa battere il cuore è la consapevolezza di poter osservare tutto questo nel proprio habitat, in libertà.

Abbiamo guidato 5 giorni nel bushveld (si chiama così la boscaglia aperta che occupa questa zona) e abbiamo avuto la fortuna di avvistare moltissimi animali: impala (antilopi), bufali, zebre, giraffe, elefanti, leopardi, leoni, facoceri, babbuini, scimmie, iene, wild dog, ippopotami e coccodrilli.

Gli elefanti sono quelli che si sono esposti maggiormente a noi; ne abbiamo incontrati tantissimi, spesso attraversano la strada in branco e si fermano in prossimità per sgranocchiare rami e foglie degli alberi. Sono tanto teneri quanto casinisti, infatti coricano gli arbusti, spargono rami ovunque e “colonizzano” intere zone. Vedere un pachiderma così grande che passa a pochi metri dalla macchina suscita sicuramente un po’ di timore.

Secondo la nostra esperienza gli avvistamenti migliori li abbiamo fatti nelle aree limitrofe allo “Skukuza camp”.

Per evitare inutili perdite di tempo consigliamo di organizzare preventivamente gli itinerari giornalieri, tenendo conto delle lunghe distanze e dei limiti di velocità.

Raccomandiamo l’acquisto di una sim telefonica locale per utilizzare internet ovunque. In alcune zone del parco però la connessione è assente, per questo è fondamentale scaricare anche le “mappe off line” e avere con sé una cartina dettagliata del Kruger.

Abbiamo dedicato un’intera giornata percorrendo la zona tra lo “Skukuza camp” e il “Lower Sabie camp”. La costante presenza del fiume e la scarsa vegetazione hanno permesso l’osservazione di molti animali, tra cui anche il leopardo.

Il giorno seguente abbiamo invece battuto la zona verso il “Satara camp”; qui la vegetazione è più rigogliosa e il contesto differente.

E’ possibile visitare gli altri “camp”, a noi piaceva curiosare nei vari shops. Di tanto in tanto sono presenti le cosiddette “pic-nic area” dove poter fare una sosta.

Se vi piacciono gli ippopotami potrete avvistarli nel laghetto vicino al “Lower Sabie camp”, oppure presso il Lake Panic Hide, vicino allo “Skukuza camp”.

Aimè i leoni siamo riusciti a vederli solamente di notte, durante le escursioni guidate.

Esplorare il parco in autonomia è un’esperienza incredibile, ma vale la pena prenotare anche qualche safari con i rangers, soprattutto per avere la possibilità di vivere momenti magici come un’alba o un tramonto nella savana e per ascoltare interessanti informazioni riguardo il parco e i suoi abitanti.

Tutte le escursioni si prenotano sul Sito Ufficiale.

Oltre al “sunset safari” e al “sunrise safari” abbiamo preso parte anche alla cosiddetta “morning walking”, ovvero una camminata mattutina. Non sapevamo cosa aspettarci da questa escursione, ma sapevamo sarebbe stato qualcosa di emozionante. Con i rangers abbiamo cammianto a piedi nel bush, seguendo le orme degli elefanti e osservato quelle dei leoni, abbiamo avvistato una iena e da lì abbiamo osservato il sole nascere, illuminando l’intera savana. Un momento magico, carico di emozione e di adrenalina.

Se avete molto tempo a disposizione, consigliamo di uscire dal parco ed esplorare le aree limitrofe al “Paul Kruger Gate”. Non c’è tanto da vedere, ma è stimolante vivere il contesto, rendersi conto della vastità di questa zona e curiosare tra i banchetti di souvenirs presenti ai bordi della strada.

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