NOSY BE, LA NOSTRA MINI-GUIDA PER VIVERE L’ISOLA AL MEGLIO

La sensazione che abbiamo avuto appena usciti dall’aeroporto “Fascene” è stata di forte impatto. Guardavamo in silenzio il panorama scorrere dai finestrini dell’auto che ci stava accompagnando al nostro hotel: capanne in legno, strade polverose, persone scalze, fuochi accesi, i saluti dei bambini e i carri trainati da Zebù (animale tipico malgascio che assomiglia alla mucca). In giro, poche tracce del turismo.

Durante il tragitto più volte ci siamo chiesti se fosse davvero il viaggio giusto per noi, ancora non sapevamo che Nosy Be avrebbe cambiato per sempre il nostro modo di viaggiare.

Non dimenticheremo mai la ragazza malgascia con noi sull’auto, una sconosciuta di cui non sappiamo neanche il nome, ma che grazie a lei siamo riusciti a capire e a vivere Nosy Be con occhi veritieri.

Ha messo subito in chiaro che il Madagascar non è Africa e che la realtà di Nosy Be è comunque differente dalla Grande Terra, là stanno peggio!

Ha continuato, raccontandoci che vivono prevalentemente di agricoltura e di artigianato. Pur essendo un’isola turistica, i malgasci non godono appieno degli sviluppi di questo settore. Molte volte si tende a fare “terrorismo psicologico” nella testa dei turisti. Spesso si inducono le persone a non muoversi autonomamente dal proprio villaggio e ad acquistare formule all inclusive, che non permettono di consumare nemmeno uno spuntino nei loro ristoranti tipici.

Ci sono diversi modi di viaggiare, pensiamo sia un argomento estremamente soggettivo, non c’è un “giusto” o uno “sbagliato”, ma a volte conoscere qualche nozione in più sulla popolazione e sul territorio, può essere utile per vivere il viaggio in maniera differente.

Nosy Be non è la classica meta esotica, con spiagge da cartolina, ma è interessata ai fenomeni delle maree che spesso lasciano “fanghiglia” sul bagnasciuga. Quest’isola però ha tanto da offrire, sia dal punto di vista paesaggistico, sia dal punto di vista culturale e soprattutto umano.

DOVE ALLOGGIARE?

La scelta dell’alloggio è ricaduta sulla spiaggia di Madirokely, non tanto per la sua particolare bellezza, ma per la vicinanza ad Ambatoloaka, il “cuore pulsante” dell’isola.

Ambatoloaka si traduce in un’unica via parallela alla spiaggia, lunga meno di un chilometro, dove sono presenti ristoranti e qualche mini-market; il luogo ideale per fare una passeggiata, anche di sera. Percorrendo la strada, in direzione opposta al mare, si esce gradualmente dal “centro” e si trova la banca, qualche negozio e numerose abitazioni locali.

La struttura dove abbiamo alloggiato si chiama Villa Valiha, un albergo delizioso, lontano dal classico “villaggione” turistico. Abbiamo prenotato il viaggio tramite agenzia (volo+hotel), scegliendo la formula bed&breakfast, in modo da avere la massima flessibilità durante il soggiorno.

Villa Valiha dista circa un chilometro dalla strada principale di Ambatoloaka, tragitto che abbiamo percorso ogni giorno a piedi, passando direttamente dalla spiaggia (anche alla sera).

Nonostante Ambatoloaka sia ben conosciuta, Hell Ville è il capoluogo: rappresenta la parte commerciale dell’isola, ospita il famoso mercato locale ed è frequentata prevalentemente dalle persone del posto.

Villa Valiha - Madirokely

DOVE MANGIARE?

Per il nostro palato abbiamo scelto quasi sempre le tipiche “gargotte“, ovvero ristoranti dall’aria spartana dove poter gustare pietanze locali.

La cucina malgascia è molto semplice: pesce, spesso condito con una salsa rossa molto saporita (la “sauce”), oppure con la “sauce coco” (salsa al cocco), poulet sauce (pollo in salsa) e carne di zebù, il tutto accompagnato da riso o verdure (accompagnement). Inoltre, lungo le strade principali, si trovano spesso bancarelle con frutta (jackfruit, banane e mandarini) e frittelle impanate, cucinate dalle donne in casa.

Il piatto tipico si chiama “Romazava”, ovvero uno stufato di manzo e verdure tra cui il “bredes mafana”, un’erba aromatica che fa formicolare la lingua. Questo piatto siamo andati ad assaggiarlo direttamente all’Home Sakalava, ad Hell Ville; un’antica dimora coloniale che offre anche sistemazioni per il pernottamento. La signora, se avvisata con un po’ di anticipo, prepara ottimi piatti malgasci.

Elenchiamo di seguito i posti dove abbiamo mangiato, tutti dislocati tra Ambatoloaka e Madirokely:

  • Chez Papa Bebetto: eravamo clienti abituali. E’ stata la prima gargotte nella quale siamo andati (su consiglio di una ragazza del posto) e quella dove siamo tornai più volte. Il prezzo non è mai stato superiore ai 5 euro a testa e le porzioni abbondanti.
  • Chez Angeline: un ristorante maggiormente in linea con gli standard europei. Propone un menù internazionale. Qui, una delle ultime sere, non abbiamo resistito e abbiamo ordinato una pizza…Buona! Il prezzo della cena si aggira attorno ai 15 euro a coppia.
  • Tsymanin: una piccola gargotte sulla spiaggia di Madirokely, “avec les pieds dans l’eau”. Propone una cucina tipica francese. Il costo della cena si aggira attorno ai 13 euro a coppia.
  • Chez Mama: il più spartano. Una capanna con qualche tavolo informale qua e là. Quando si entra si ha la sensazione di essere arrivati a casa della signora. Il menù propone solo due piatti: pesce o carne, serviti con il riso. Non possiamo dire di aver mangiato benissimo, ma l’esperienza vale la cena. Il prezzo si aggira circa sui 3 euro a testa.
  • Chez Tantine: il migliore!! Una baracca sulla spiaggia, con tavoli lunghi in legno e sempre pieni di gente. Cucinano pesce fresco alla griglia (servono anche crudità, tra cui i ricci di mare). Propongono ottime aragoste! Siamo stati da Chez Tantine sia a pranzo, che a cena. Per la sera conviene prenotare perché non sempre riescono ad avere tutte le proposte del menù. I prezzi sono bassissimi e non abbiamo mai superato gli 8 euro a testa. Fateci caso, se siete qui a pranzo, ad un certo punto arriverà un “artista di strada” con un cappello da giullare e una chitarra in mano, intona “Alouette” e “Guantanamera” muovendo a ritmo il piede, sul quale ha attaccato un campanellino. Dategli qualche soldino, li merita per l’impegno; non è nulla di che, ma è simpatico e credo vada premiato.
  • Zeburger: tipica “trappola per turisti”, cucinano i classici hamburger con carne di zebù. Si trova sulla via principale di Ambatoloaka. Ci eravamo ripromessi di non andare, ma alla fine abbiamo ceduto ed era effettivamente molto buono. I prezzi sono un po’ più alti, ma tutto nella norma, abbiamo speso meno di 10 euro a testa. La location è un po’ squallida e, del resto come in ogni angolo del paese, purtroppo è ben visibile il turismo sessuale.
  • Aviavy: una gargotte molto carina, direttamente sulla spiaggia di Madirokely. Propone una cucina con spezie indiane. Non dovete avere fretta, qui impiegano un po’ per servire i piatti, ma d’altronde siamo in vacanza quindi liberiamoci dagli orologi e godiamoci i momenti. I prezzi sono in linea con gli standard malgasci, poco più di 5 euro a testa.

COME MUOVERSI SULL’ISOLA?

L’isola è abbastanza piccola, le distanze non sono enormi e si arriva ovunque con estrema facilità. I punti “clou” e le spiagge più belle sono sul versante nord-occidentale, l’altra parte risulta boschiva e poco frequentata.

Non è conveniente il noleggio di un mezzo proprio: le strade non sono sempre in ottimo stato, polverose e piene di buche. Solo il tragitto che collega i paesi principali è asfaltato. Anche i mezzi, il più delle volte, non sono in buonissimo stato ed è frequente trovare ai bordi della strada auto in panne.

Il modo migliore per esplorare Nosy Be è a bordo dei Tuk Tuk, gli apecar gialli guidati dai ragazzi del posto. Costano pochissimi Ariary (moneta locale) e vi porteranno ovunque.

Solitamente sono parcheggiati nella via principale di Ambatoloaka, o ad Hell Ville, di fronte al mercato.

Ci siamo divertiti molto con i tuk tuk, ci siamo inoltrati nelle strade più remote dei villaggi, entrando in totale sintonia con il contesto locale. A volte abbiamo condiviso il tragitto con qualche “amico” incontrato per strada, facendo la tratta l’uno sulle ginocchia dell’altro, ammassati nel piccolo mezzo che altrimenti porterebbe solo due persone. I ragazzi che offrono il servizio sono gentili e disponibili, ed è un modo anche questo per scambiare qualche parola con le persone del posto.

Un altro mezzo, ancor più economico, sono i cosiddetti taxi-brousse (taxi collettivi). Assomigliano vagamente a quelli che noi comunemente chiamiamo “mezzi pubblici”. Si tratta di furgoncini a 12 posti, che non attuano soste prestabilite, ma si fermano al bisogno. Percorrono le strade principali e basta un cenno con la mano per attirare la loro attenzione. Il prezzo per una corsa è meno di 1 euro. E’ un altro modo di viaggiare, più lento, che permette momenti di incontro con il popolo malgascio e le sue usanze.

Abbiamo utilizzato solo una volta il taxi-brousse ed è stata un’esperienza tutt’altro che noiosa. Lo abbiamo fermato nei pressi dell’Andilana, dopo circa 20 minuti di camminata alla ricerca di un passaggio; non c’era fisicamente posto per noi, ma tutti si stringono come sardine e continuiamo la corsa. Come se non bastasse, ogni volta che vedeva gente per strada si fermava per farli salire. Ad un certo punto eravamo veramente ammassati, non si chiudevano neanche gli sportelli. Noi ovviamente gli unici “bianchi”. Che risate, ci siamo divertiti.

ESCURSIONI: A CHI AFFIDARSI E QUALI FARE

Durante un viaggio a Nosy Be prendere parte a qualche escursione è d’obbligo. L’isola in sé è molto bella, ma vale la pena visitare anche i posti e le isole limitrofe.

Solitamente le gite vengono proposte dai villaggi turistici, mettendo a disposizione un’ampia gamma di proposte e attività da svolgere.

In alternativa ci si può affidare ai cosiddetti “beach boys” (i ragazzi della spiaggia); sono persone del posto che propongono valide escursioni a prezzi molto competitivi. Si incontrano in loco e lavorano anche tramite il “passaparola” dei turisti.

Ovviamente non tutti offrono la medesima esperienza e professionalità, quindi occorre scegliere adeguatamente le persone che vi faranno da guida: non solo per una questione di sicurezza, ma anche perché alcuni sono meglio organizzati, conoscono i luoghi in maniera più approfondita e includono tappe in più.

Noi ci siamo affidati ai “beach boys” e vi raccontiamo la nostra stupenda esperienza.

ALFA E GIACOMO sono state le nostre guide turistiche, due persone affidabilissime, contattate direttamente dall’Italia (tramite i social) e successivamente incontrati all’aeroporto il giorno dell’arrivo. Non smetteremo mai di ripeterlo, senza la loro presenza Nosy Be non l’avremmo mai apprezzata così tanto, forse non l’avremmo capita così a fondo e il nostro viaggio non sarebbe stato così ricco di cultura ed emozioni.

Potete trovarli QUI, tramite la pagina Facebook: Alfa e Giacomo – Nosy Be by Zebubianco Tours

Per noi Alfa e Giacomo non sono stati solo semplici accompagnatori, ma ci hanno offerto gli strumenti per vivere l’isola in autonomia, raccontandoci storie di vita locale e consigliandoci posti che altrimenti non avremmo mai conosciuto. Secondo il nostro personalissimo punto di vista, scegliere di organizzare le escursioni con i beach boys permette un contatto più diretto con la popolazione e la sua cultura, si ha la percezione di toccare davvero con mano quella realtà e inoltre si contribuisce all’economia locale.

Grazie ai loro racconti abbiamo partecipato agli incontri di pugilato a Dzamandzar, uno sport seguitissimo sull’isola; ci siamo divertiti alle feste locali della domenica sera (sulla spiaggia di Madirokely), dove anche qui eravamo gli unici “bianchi” e abbiamo fatto visita al Centro Stella Maria, una struttura per bambini affetti da malformazioni alle gambe.

Se avessimo deciso di rinchiuderci nelle quattro mura del villaggio turistico, sicuramente ci saremmo persi tanto della vera Nosy Be.

Di seguito le 5 escursioni da non perdere:

  • Un’intera giornata a spasso tra Nosy Komba, Nosy Tanikely e Nosy Vorona. Tre isole minuscole, ognuna delle quali ha caratteristiche differenti. Nosy Vorona, per il popolo malgascio è “l’isola che non c’è” perché sparisce e riemerge al variare alle maree. A Nosy Komba spicca il piccolo villaggio locale, con qualche bancarella di artigianato e una bella passeggiata tra la vegetazione che ospita alcune specie di lemure, boa constrictor e tartarughe giganti. Nosy Tanikely, infine, ospita una bellissima spiaggia bianca a ridosso di un incantevole “parco marino”, dove poter fare snorkeling.
  • Mezza giornata alla scoperta di Nosy Sakatia e Nosy Fanhy. Qui si fa snorkeling con le tartarughe giganti, una bellissima esperienza. Nosy Fanhy è “l’isola delle conchiglie” e una volta arrivati capirete il perché…si cammina solo sui pezzi di conchiglia rotti.
  • Nosy Be però non è riducibile solo al mare, anzi, i suoi segreti sono custoditi nell’entroterra. Consigliamo di prendere parte al tour di una giornata alla scoperta dell’isola. Si partirà a bordo di una jeep e si toccheranno i luoghi di maggior interesse: Hell Ville e il suo famoso mercato locale, le cascate sacre, l’albero sacro millenario, la meravigliosa spiaggia di Andilana, il paesino di Dzamandzar dove vive la maggior parte della popolazione, visita ai laghi vulcanici e tramonto sul Mont Passot (300mt), dal quale poter godere di una bella vista panoramica.
  • Nosy Be custodisce una foresta primaria, dove si possono incontrare specie endemiche, come la rana e il camaleonte più piccoli del mondo, il boa constrictor e i lemuri notturni. Stiamo parlando della foresta di Lockobe, raggiungibile in 30 min da Ambatozavavy, a bordo di una piroga (imbarcazione tipica).
  • Nosy Iranja, un’isola da cartolina. E’ un’escursione imperdibile. Ho dedicato un’intero articolo a riguardo. Durante il tragitto in barca, da non perdere la tappa a Nosy Antsoha (isola dei lemuri) . Per saperne di più clicca QUI .

Se avessimo avuto la possibilità di sostare più a lungo in Madagascar, avremmo preso parte ad un tour nel nord della Grande Terra. Altrimenti con più giorni a disposizione varrebbe la pena trascorrere qualche giorno a Tsarabanjina, un’isola da sogno con sabbia bianca e acqua cristallina, situata a nord-est di Nosy Be, nell’arcipelago delle Mitsio.

QUALCHE INFO PRATICA

CLIMA E DURATA DEL VIAGGIO? Due settimane, nel mese di luglio. E’ un buon mese per recarsi a Nosy Be. Il cielo è sempre stato sereno, con temperature alte, ma mai eccessive. Il clima ideale per godersi al meglio un viaggio su questa meravigliosa terra.

MONETA? L’Ariary è la moneta locale. Conviene pagare tutto con la loro valuta. Il posto più conveniente dove scambiare denaro è la banca, ubicata sulla via principale di Ambatoloaka, in direzione opposta al mare. Non abbiamo esperienza riguardo i pagamenti con carte.

VACCINI? Non abbiamo fatto nessuna profilassi per recarci su quest’isola. Consigliamo comunque di contattare sempre l’Ausl prima di intraprendere qualsiasi viaggio e di consultare il sito della Farnesina ViaggiareSicuri. E’ vivamente consigliato portare con sé buoni repellenti anti-zanzare.

Fate particolare attenzione ai “mosquitos” (sand fly). Sono moscerini minuscoli, di colore nero, che si annidano tra la sabbia e le alghe secche. Sono particolarmente fastidiosi all’alba e al tramonto. Pizzicano la pelle, e anche se subito è praticamente impossibile accorgersene, a distanza di giorni lasciano ponfi e un prurito terribile. I repellenti non funzionano contro i “mosquitos”, l’unico rimedio è ungersi la pelle con l’olio di cocco.

ALIMENTAZIONE E ACQUA? Lo ammettiamo, in viaggio non siamo particolarmente attenti all’alimentazione e alla disinfezione dell’acqua. A Nosy Be abbiamo sempre utilizzato l’acqua corrente per lavarci i denti, abbiamo cenato ogni sera nelle tipiche “gargotte”, ordinando anche verdura cruda e non siamo mai stati male (fortuna?!). Restiamo comunque dell’idea che un minimo di attenzione va sempre fatta, come per esempio bere solo acqua in bottiglia sigillata.  

DOCUMENTI? In loco è consigliato portare sempre con sé una fotocopia autenticata del passaporto. A noi è capitato di essere fermati dai posti di blocco della polizia che ci hanno chiesto di mostrarlo. Prima di intraprendere il viaggio è buona norma consultare il sito della Farnesina ViaggiareSicuri per conoscere i documenti necessari per recarsi in Madagascar.

CREDENZE E CULTO

Sull’isola la maggior parte delle persone sono di religione animista. Per invocare gli spiriti si recano presso un sito sacro, che può essere un albero, una cascata, una tomba o altro ancora. Questi luoghi sono ben riconoscibili dai teli rossi e bianchi e dalla presenza di offerte, soldi o beni materiali. Le nostre guide ci hanno raccontato che le persone, anche se molto povere, lasciano sempre qualcosa. Da veri italiani, abbiamo chiesto se qualcuno ha mai pensato di rubarli. Mai successo, questi luoghi sacri sono ben rispettati.

Abbiamo avuto la fortuna di vedere due luoghi religiosi, uno di questi è l’Albero Sacro di Hell Ville, un vero e proprio “bosco” cresciuto però con le radici di un solo albero, pazzesco! Per entrare abbiamo dovuto indossare una tunica e andare a piedi nudi, iniziando a camminare con il piede destro. L’altro luogo religioso sono le Cascate Sacre, un posto tranquillo in mezzo al verde. Aveva quel non so che di mistico che attrae l’occhio e l’anima, una sensazione unica e particolare.

In che cosa credono gli animisti? Nella reincarnazione, valida però nel solo mondo umano.

Il loro Dio? Il loro antenato.

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